Merry Xmas and Happy New Year!

Mancano ancora pochissimi giorni al Natale e siamo oramai prossimi a festeggiare l’inizio di un nuovo anno. Se guardo indietro nel tempo, solo di un anno, ho dei gradevoli ricordi di come ho trascorso queste due ricorrenze. Mi vedo nella mia città natale seduta ad un tavolo imbandito con alcune delle pietanze tipiche della tradizione veronese/familiare natalizia circondata dai miei genitori, mia sorella e mia nonna. Mi rivedo insieme al mio futuro marito, allo scoccare della mezzanotte, a letteralmente congelare guardando lo spettacolo di fuochi d’artificio proiettato sul lago di Bled in Slovenia.

Non lo nego, ho espresso anch’io qualche desiderio ed abbozzato alcuni buoni auspici per il 2015 ma mai mi sarei immaginata che un paio si esaudisse in così breve tempo.

Il 2015 è stato carico di novità con momenti estremamente piacevoli ed altri particolarmente impegnativi emotivamente parlando. Durante quest’anno sono stata catapultata in un ambiente differente, dal clima prevalentemente primaverile/estivo che di certo rende molto piacevole il soggiorno, anche se lontano da tutti i miei affetti più cari.

Ai più può sembrare una vacanza lunga per godersi una luna di miele che non c’è stato il modo ed il tempo di trascorrere. È una stupenda esperienza, una continua magnifica ricerca di luoghi da visitare/esplorare che si alterna in realtà a momenti di ordinaria routine quotidiana. Un continuum di alti e bassi come l’impossibilità di condividere fisicamente le proprie esperienze, la paura di fallire e di deludere le grandi aspettative che sono state riposte in noi prima della partenza.

Comincio una nuova vita, un nuovo anno, il 2016, con l’anello nuziale al dito, fortemente motivata a non sentirmi smarrita grazie alla consapevolezza del forte legame che unisce me e mio marito, che in questo momento più di tutti rappresenta la mia famiglia e mi è sempre vicino.

Un grazie di cuore a tutti quelli che, in Italia e negli Stati Uniti, in qualsiasi forma, anche consultando e commentando gli articoli/fotografie pubblicate mediante questo blog oppure attraverso la pagina Facebook, ci hanno fino ad ora sostenuto con il loro affetto e ci hanno fatto sentire un po’ meno soli.

Ci mancate veramente tutti!

Rinnovo i miei più cari auguri di Buone Feste.

Continuate a seguirmi,

Federica

Stati Uniti arrivo…destinazione LA! (parte 2)

Il giorno successivo ci siamo concessi un po’ di relax. Vista la mia rinomata passione per i parchi di divertimento abbiamo deciso di passarlo interamente agli Universal Studios. Nel mentre mi divertivo a farmi immortale con i personaggi del film di animazione Cattivissimo me, è arrivata per e-mail la tanto attesa lettera d’impegno dell’università corredata dall’offerta lavorativa/economica.

Elettrizzati ma al tempo stesso spaventati da cosa avrebbe comportato accettare quel contratto, ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo capito che per entrambi c’era l’intenzione di non farsi sfuggire questa occasione ed eravamo concordi su quale sarebbe stata la decisione finale.

Sfruttando i pochi giorni che ci restavano ancora da trascorrere negli Stati Uniti, senza perdere tempo, l’indomani mio marito si è presentato in ateneo per discutere nel dettaglio quanto proposto, firmare la lettera e tutti quei documenti necessari all’ottenimento del visto e farsi prendere le impronte digitali a fine identificativi. Nel frattempo, come sempre, io lo aspettavo nei pressi dell’università.

L’ho visto uscire con il suo “adorato” zaino carico di documenti (spesso motivo di mie prese in giro nei suoi confronti perché, dal momento in cui glielo ho regalato, non esiste momento in cui non esca senza) dall’edificio nel quale aveva sostenuto il colloquio e avrebbe lavorato. Mi ha abbracciata e mi ha detto “…Fede è fatta…ora ti tocca sposarmi!”.

Dichiarando che ci saremmo sposati, le nostre richieste per il visto sarebbero state processate congiuntamente e saremmo potuti partire insieme.

Quel momento ha fatto scaturire in me un mix di sentimenti contrastanti: la gioia per le magnifiche notizie appena ricevute, per il lavoro che mio marito aveva ottenuto e per il fatto che ci saremmo presto sposati e avremmo potuto finalmente vivere insieme, e allo stesso tempo la malinconia per doversi trasferire lontano dalla propria famiglia e dai propri affetti per almeno un anno. Sul mio viso un sorriso a trentadue denti ed allo stesso tempo gli occhi lucidi per la commozione. Pressoché la stessa reazione che hanno avuto i miei familiari ed i genitori di mio marito quando sono stati informati delle “novità” via Skype.

Da quel giorno in poi tutto sarebbe cambiato repentinamente.

Nell’attesa di ricevere indicazioni sull’approvazione dei nostri visti, non restava quindi che concentrarsi sull’infinità di cose che avremmo dovuto gestire nel pochissimo tempo che ci separava dalla nostra partenza definitiva prevista per il mese di settembre, in primis l’organizzazione del nostro matrimonio.

Sfogliate la mia galleria Flickr per altre foto della mia prima settimana a Los Angeles.

Prosegue nella terza parte con i dettagli del viaggio…

Stati Uniti arrivo…destinazione LA! (parte 1)

Il 16 maggio 2015 era il fatidico giorno x.

Nella città simbolo della California, Los Angeles, mio marito avrebbe mostrato i risultati ottenuti dalle sue ricerche svolte nel corso del suo percorso di dottorato ad una platea composta da professori, ricercatori e studenti.

Qualche giorno prima, come in tutte le altre occasioni che hanno portato a sostanziali cambiamenti nella nostra vita, insieme siamo partiti da Milano alla volta di LA, per trascorre quella che sarebbe stata la nostra prima settimana in territorio americano.

Con il colloquio alle porte, la concentrazione, la preparazione e lo studio facevano da padrone e di certo il jetlag non aiutava. Non c’è stato nemmeno il tempo per distrarsi e pensare di visitare la città.

Il giorno della presentazione è stato molto faticoso, intenso e lungo per entrambi.

Dopo aver discusso dettagliatamente i suoi articoli ed aver risposto alle numerose puntuali domande che gli sono state rivolte, mio marito ha dovuto sostenere un’intervista personale, conoscere e colloquiare con tutti i membri del suo futuro gruppo di lavoro.

Nell’attesa, da turista ed in solitaria, ho girovagato in lungo ed in largo per l’università al fine di esplorarne l’infinità di spazi che mette a disposizione, sempre con il pensiero rivolto a quello che stava succedendo, nella speranza che tutto stesse andando per il meglio.

Come già ci aspettavamo, ovviamente anche al termine di questo colloquio la frase di circostanza con la quale mio marito ed il suo esaminatore si sono congedati è stata “…ti faremo sapere…ci sentiamo presto…”.

Nonostante pensavate di aver risposto prontamente ai quesiti posti dal vostro interlocutore, per dimostrare le vostre competenze, e di aver fatto un’ottima impressione, quante volte vi sarà capitato come a me di non venire più contattati, nemmeno se la scelta finale fosse ricaduta su un altro candidato? Tutto questo facendovi rimanere con il dubbio che il colloquio sia andato male quando invece così non è. Cominciano quindi i giorni nei quali ci si chiede “…li chiamo o non li chiamo…” ed una possibile altra proposta lavorativa ricevuta potrebbe far prendere il coraggio di provarci. Il più delle volte facendolo, ci si rende conto che nessuno vi ha nuovamente rintracciato per invitarvi a sostenere un colloquio più approfondito o discutere l’offerta economica non perché non gli interessavate ma semplicemente per il fatto che, nell’attesa di chiarirsi internamente, si erano “dimenticati” di voi.

Sebbene la frase di rito fosse stata pronunciata, mio marito era soddisfatto di come era andata la presentazione ed era fiducioso che avrebbe ottenuto il posto di lavoro che ha sempre desiderato. Conoscendo le sue capacità, io non potevo che essere della stessa idea.

Prosegue nella seconda parte…

28/11/2015 Osservatorio Griffith e Monte Hollywood

Festeggiato il Giorno del Ringraziamento e superato il Black Friday girando i vari negozi della città secondo la tradizione americana, sfruttando la disponibilità di un’automobile noleggiata per l’occasione, abbiamo deciso di trascorrere un sabato all’aria aperta per visitare l’Osservatorio Griffith e raggiungere a piedi il Monte Hollywood.

In una giornata dal clima decisamente primaverile che per nulla mi ricordava i precedenti novembre passati nella fredda ed umida Verona d’autunno, percorrendo una strada a tornanti immersa nei canyon del Parco Griffith, siamo giunti a poche miglia dall’omonimo Osservatorio.

Nonostante davanti all’Osservatorio sia situato un ampio parcheggio completamente gratuito, la notevole affluenza di turisti locali in occasione della festività appena trascorsa ci ha impedito di usufruire di tale servizio. Abbiamo quindi optato per un posteggio lungo una delle strade che portano all’Osservatorio e camminato fino ad esso.

L’accesso al parco, all’edificio ed ai telescopi è libero. Solamente per la visita del Planetario Samuel Oschin e per assistere agli spettacoli ad esso connessi è richiesto il pagamento di un biglietto d’ingresso.

Dall’esterno dell’Osservatorio si può godere di una fantastica vista panoramica su Los Angeles, da Downtown con i suoi grattacieli, fino all’Oceano Pacifico, e di una visione da lontano della scritta Hollywood. Se volete godere del paesaggio che vi circonda a 360°, integrando la vostra visuale con una veduta sulle città adiacenti a Los Angeles, proseguite la vostra escursione fino a raggiungere la cima del Monte Hollywood.

A partire dall’area di sosta, seguite le direzioni per imboccare il “Mt Hollywood Hiking Trail” e superate la “Berlin Forest”, una piccolo boschetto di pini donati dalla gemellata Berlino in segno di amicizia tra le due città. Mediante un percorso sterrato di poche miglia e alla portata di tutti che, con una leggera pendenza, attraversa il parco Griffith, arriverete infine sulla cima. Lì potete consumare un breve spuntino nell’area pic-nic messa a disposizione e scattare qualche fotografia, come abbiamo fatto io e mio marito.

Per ritornare all’Osservatorio potete scendere per lo stesso cammino percorso all’andata oppure, se avete uno spirito avventuroso e la pendenza non vi fa paura, scegliere uno tra i percorsi scorciatoia secondari.

Grazie alla splendida giornata ho potuto godere dell’eccezionale veduta sulla immensa estensione della città di Los Angeles e sono rimasta particolarmente colpita da quanto le strade siano lunghe e dritte. L’orizzonte mi è sembrato così vicino perché sono riuscita a vedere l’Oceano Pacifico anche se in verità è a più di circa 20 chilometri di distanza.

Non avrei mai immaginato che così vicino al contesto urbano esistesse un luogo quasi incontaminato; decisamente una piacevole sorpresa.

N.B. Per affrontare uno dei tanti percorsi secondari fruibili vi consiglio di indossare calzature adatte all’escursionismo. Lungo i pendii il terreno risulta piuttosto scivoloso e la discesa è spesso ostacolata da rocce.